Presentato da:
Prof. Spyridon Gkalpakiotis
Department of Dermatovenereology, Third Faculty of Medicine and University Hospital of Kralovske Vinohrady, Prague, Czech Republic.
L’alopecia areata colpisce sia i bambini che gli adulti e i capelli di tutti i colori. [1] Circa il 66% dei pazienti ha un’età minore di 30 anni e solo il 20% minore di 40 anni, senza predilezione di sesso. L’alopecia areata è associata a un aumentato rischio globale di altre patologie autoimmuni: lupus eritematoso nello 0,6% dei pazienti, vitiligine nel 4% e tiroidite autoimmune fino al 28% dei casi.
uso di un regime immunosoppressivo (preferibile nei pazienti con alopecia areata acuta e rapidamente progressiva) oppure
una strategia di immuno-deviazione che manipola l’ambiente infiammatorio cutaneo (preferibile nei pazienti con alopecia areata cronica e nelle forme recidivanti).
Al momento, solamente due approcci sono evidence-based: le iniezioni intralesionali di glucocorticoidi e l’induzione dell’allergia da contatto.
La possibilità di utilizzare i JAK inibitori per l’alopecia areata è nata da un caso clinico inusuale in cui un paziente con psoriasi in trattamento con tofacitinib ha ottenuto un’inversione dell’alopecia universale. [2]
Ora sappiamo che il Janus kinase-signal transducer and activator of transcription (JAK-STAT) è una via di segnalazione cruciale nel mantenimento dell’infiltrato cellulare infiammatorio CD8+ NKG2D+ T tipico dell’alopecia areata. [3]
Al momento sono in corso di studio almeno 3 JAK inibitori per il trattamento dell’alopecia areata: tofacitinib, baricitinib e ruxolitinib. [4]
In uno studio su tofacitinib in 66 pazienti (>50% di perdita dei capelli, alopecia totale e universale) trattati con un dosaggio di 5 mg due volte al giorno, il 32% ha avuto una risposta intermedia (miglioramento del SALT (Severity of Alopecia Tool) score ≥5 e ≤50%) e il 32% una risposta elevata (variazioni del SALT score ≥50%).[4]
I pazienti con alopecia areata cronica hanno ottenuto meno frequentemente una buona risposta; la sospensione del farmaco ha determinato una recidiva della malattia in media in 8,5 settimane. [4]
In un piccolo studio su 12 pazienti con alopecia areata moderata-severa in cui è stato valutato il trattamento orale con ruxolitinib, 20 mg 2 volte die, per 3-6 mesi, seguito da un follow-up di 3 mesi, è stata riportata dopo 6 mesi una risposta elevata al trattamento (definita con una ricrescita >50% dei capelli) nel 75% (9 di 12) dei pazienti. [4]
La caduta dei capelli è iniziata 3 settimane dopo il termine del ruxolitinib. [4]
Più recentemente, sono stati confrontati l’efficacia, gli effetti collaterali e la durata del trattamento con ruxolitinib rispetto a quello con tofacitinib nell’alopecia areata severa. [5]
Sia tofacitinib sia ruxolitinib hanno indotto una marcata ricrescita dei capelli, con una variazione media dello SALT score di 93,8 ± 3,25 nel gruppo del ruxolitinib e di 95,2 ± 2,69 in quello del tofacitinib. Tuttavia, il gruppo del ruxolitinib ha mostrato un minor tempo di ricrescita iniziale.
Baricitinib è un inibitore selettivo orale di JAK1 e JAK2, approvato per il trattamento dell’artrite reumatoide.
Attualmente sono stati pubblicati casi isolati sull’utilizzo del baricitinib nell’alopecia areata, anche se è in corso un trial controllato con placebo su 725 pazienti per comparare baricitinib e placebo nell’alopecia areata moderata-severa (NCT03570749).
Apremilast è un farmaco antireumatico che modifica l’andamento della malattia utilizzato nella psoriasi. Un piccolo studio retrospettivo su 15 pazienti ha mostrato che apremilast potrebbe essere un potenziale trattamento per l’alopecia areata refrattaria alle terapie, a dosaggi inferiori rispetto a quelli approvati per la psoriasi. Sono tuttavia necessari ulteriori studi. [6]
L’acido fumarico inibisce le cellule T soppressorie e i T-helper attraverso l’inibizione dell’interferone-γ, di IL-2, di IL-12 e del fattore di necrosi tumorale-α; blocca inoltre ICAM (intracellular adhesion molecule) e la proliferazione dei cheratinociti.
Un’analisi retrospettiva su 13 pazienti con vari tipi di alopecia areata ha mostrato che quelli con alopecia totale non hanno avuto risposta, mentre il 67% di quelli con alopecia universale hanno risposto parzialmente; il 50% dei pazienti con alopecia areata ha avuto una ricrescita completa dopo un periodo medio di trattamento di 5,2 mesi. [7]
Tuttavia, è stata osservata una recidiva dopo un periodo medio di 3,3 mesi dall’interruzione della terapia.
Sono in corso studi in fase iniziale su altri agenti terapeutici, tra cui BNZ-1 (un inibitore selettivo e simultaneo delle citochine IL-2, IL-9 e IL-15), tralokinumab (un anticorpo monoclonale umanizzato IgG4 che lega in maniera specifica l’IL-13) e dupilumab (un antagonista dei Th2 che blocca il recettore α dell’IL-4 inibendo l’IL-4 e l’IL-13). [4]
Craiglow BG, King BA. Killing two birds with one stone: oral tofacitinib reverses alopecia universalis in a patient with plaque psoriasis. J Invest Dermatol. 2014 Dec;134(12):2988-90.
Almutairi N, Nour TM, Hussain NH. Janus kinase inhibitors for the treatment of severe alopecia areata: An open-label comparative study. Dermatology. 2019;235(2):130-6.
Niculescu L, Heppt MV, Varga R, et al. Retrospective analysis of the application of fumaric acid esters in 13 patients with alopecia areata. Eur J Dermatol. 2018 Jun 1;28(3):376-7.
Presenter disclosure information: S Gkalpakiotis: None disclosed.
Presentato da: Prof. Kristian Reich, Translational Research in Inflammatory Skin Diseases, Institute for Health Services Research in Dermatology and Nursing, University Medical Center Hamburg-Eppendorf, and Skinflammation® Center, Hamburg, Germany
Presentato da: Prof. Spyridon Gkalpakiotis, Department of Dermatovenereology, Third Faculty of Medicine and University Hospital of Kralovske Vinohrady, Prague, Czech Republic.