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Report


Melanoma

Resistenza al trattamento nel melanoma metastatico

Presentato da: Prof. Martin Röcken Department of Dermatology, Eberhard-Karls-University Tübingen, Germany
  • La resistenza al trattamento nel melanoma è una problematica clinica importante.
  • La miglior comprensione dei meccanismi cellulari alla base della resistenza al trattamento sta conducendo verso nuove prospettive nella gestione dei pazienti con melanoma metastatico.

Il melanoma metastatico è associato a una prognosi negativa ed è ampiamente refrattario ai trattamenti standard tradizionali. Negli ultimi anni, lo sviluppo di inibitori a bersaglio molecolare e l’immunoterapia hanno rivoluzionato la cura e migliorato la sopravvivenza globale dei pazienti. Le terapie inibitrici di BRAF e MEK che bloccano la via del mitogen-activated protein kinase (MAPK) sono state le prime a mostrare risposte cliniche senza precedenti. Seguendo tali risultati incoraggianti, gli anticorpi inibitori dei checkpoint immunitari diretti contro il cytotoxic T-lymphocyte-associated antigen 4 (CTLA-4), il programmed cell death (PD)-1 e il PD-ligand1 (PD-L1) si sono dimostrati associati a regressione tumorale persistente in un gruppo significativo di pazienti consentendo una risposta immunologica antitumorale. Nonostante questi cambiamenti, nella pratica clinica la maggior parte dei pazienti sono intrinsecamente resistenti o acquisiscono rapida resistenza al trattamento con gli inibitori della via MAPK o agli inibitori dei checkpoint immunitari.

  • L’immunoterapia sta velocemente cambiando il panorama dell’oncologia.
  • Al momento, lo standard di cura per i pazienti con melanoma metastatico o non resecabile include terapie immunomodulanti come i farmaci anti-PD-1 (nivolumab, pembrolizumab) e anti-CTLA-4 (ipilimumab).
  • I miglioramenti della sopravvivenza libera da progressione e della sopravvivenza globale connessi con questi trattamenti sono stati senza precedenti e confermati da studi clinici di fase 3.
  • Il nivolumab è stato associato a miglioramenti significativi della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da progressione rispetto alla dacarbazina, nei pazienti precedentemente non trattati che avevano un melanoma metastatico senza mutazione di BRAF. [1]
  • Il blocco di PD-1/P-L1 ha effetti promettenti nell’immunoterapia per il melanoma.
  • Rimuovendo i cosiddetti "freni” sulle risposte immunitarie T cellulari tramite il blocco del checkpoint PD-1/PD-L1 si dovrebbe incrementare l’immunità antitumorale fornendo regressione tumorale persistente nei pazienti oncologici. Tuttavia, il 30-60% dei pazienti non mostra risposta al blocco di PD-1/PD-L1. [2]
  • Si ritiene che i meccanismi che promuovono la resistenza includono prevalentemente l’esclusione o l’esaurimento T cellulare in sede tumorale, fattori immunosoppressivi nel microambiente tumorale e una serie di fattori intrinseci al tumore.
  • La regressione tumorale dopo il blocco terapeutico di PD-1 richiede cellule CD8(+) T preesistenti che sono regolate negativamente dalla resistenza immunitaria adattativa mediata da PD-1/PD-L1. [2]
  • Il trattamento con un mAb anti-PD-1 aumenta anche l’interferone (IFN) γ e il fattore di necrosi tumorale (TNF, tumor necrosis factor) produttori di cellule T CD4+ T specifiche per antigeni associati al melanoma. [2]
  • Sono fortemente necessari marcatori biologici per predire l’esito del blocco del check-point immunitario poiché possono influenzare la selezione o la sequenza di un trattamento individuale.
  • Seguendo il trattamento con pembrolizumab nei pazienti con melanoma, un valore alto di eosinofili e di conta relativa dei linfociti, bassi livelli di lattato-deidrogenasi e l’assenza di altre metastasi oltre a quelle dei tessuti molli/polmoni sono stati considerati elementi basali indipendenti associati a una sopravvivenza globale favorevole. [3]
  • Infatti, la presenza di questi quattro fattori in combinazione identifica un sottogruppo di pazienti con prognosi eccellente. Al contrario, i pazienti senza fattori favorevoli presentano una prognosi negativa.
  • Nel cancro del colon-retto, la positività per mutazioni dei geni del “mismatch-repair” predice il beneficio clinico del blocco del check-point immunitario con pembrolizumab.
  • Studi recenti hanno mostrato che il carico di neoantigeni può costituire un marcatore biologico nell’immunoterapia fornendo un incentivo per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici che aumentino selettivamente la reattività T cellulare contro questa classe di antigeni. [4]
  • In merito a ciò, è stato proposto l’uso di un “immunogramma del cancro”. Questo strumento include una serie ampia di parametri non correlati come la “foreignness” tumorale e i meccanismi inibitori delle cellule T.
  • Inoltre, il “valore” di tali parametri può differire enormemente tra i pazienti. [4]
  • Per esempio, in alcuni pazienti, l’inibizione intratumorale delle cellule T tumore-specifiche sarà l’unico difetto da essere risolto, mentre in altri pazienti il tumore potrebbe essere non sufficientemente estraneo per sviluppare una risposta T cellulare clinicamente rilevante.
  • A causa della natura multifattoriale delle interazioni cancro-immunità, verranno richieste per definizione delle combinazioni di marcatori.
  • Numerosi report hanno fortemente suggerito che la terapia con blocco dei checkpoint immunitari porta alla sovraregolazione dell’IFN-γ e all’eliminazione delle cellule tumorali. [5]
  • L’IFN-γ gioca un ruolo duplice e opposto nella regolazione del cancro.
  • La via dell’IFN-γ inibisce la crescita del tumore arrestando il ciclo cellulare, inducendo l’ischemia tumorale, attivando le cellule effettrici e inibendo le cellule immunitarie soppressive.
  • Allo stesso tempo, essa contribuisce alla crescita del tumore promuovendo la genesi tumorale e l’angiogenesi, aumentando la regolazione delle molecole di tolleranza e inducendo un programma di omeostasi.
  • Le risposte del melanoma all’IFN-γ sono eterogenee e frequentemente sottoregolate nel melanoma non sottoposto a trattamenti con inibitori dei checkpoint immunitari, che può essere usato come predittore della risposta all’immunoterapia.
  • Il blocco di PD-1 può aumentare la durata delle risposte antitumorali che sono indotte dalla combinazione dell’inibizione di BRAF e MEK1.
  • Oltre il 50% dei melanomi hanno mutazioni di BRAF, la più comune delle quali è la V600E.
  • La mutazione BRAFV600E provoca l’attivazione costitutiva della via MAPK determinando resistenza farmacologica o immunologica, elusione dell’apoptosi, proliferazione, sopravvivenza e metastasi da melanoma.
  • In uno studio randomizzato di fase 2, i pazienti con melanoma avanzato e mutazione BRAFV600E/K non trattato, hanno ricevuto l’inibitore di BRAF dabrafenib e il MEK inibitore trametinib insieme con l’anticorpo anti PD-1 pembrolizumab o il placebo. [6]
  • La sopravvivenza libera da progressione era numericamente maggiore nel gruppo con triplice terapia – 16,0  vs 10,3 mesi del gruppo con duplice terapia (HR 0,66; P = 0,043); tuttavia, lo studio non ha raggiunto il beneficio pianificato con un miglioramento statisticamente significativo.
  • La durata mediana della risposta è stata di 18,7 mesi e di 12,5 mesi (intervallo di confidenza 95%, 6,0-14,1).
  • Perciò, la triplice terapia con dabrafenib, trametinib e pembrolizumab può essere una strategia terapeutica promettente che può aiutare a superare i problemi di resistenza al trattamento.
  • La resistenza al trattamento nel melanoma continua a essere un ostacolo clinico maggiore.
  • Le terapie target contro BRAF e MEK per bloccare la via del MAPK hanno enormemente cambiato lo scenario clinico.

Messaggi chiave/Prospettive cliniche

  • La maggior parte dei pazienti sono intrinsecamente resistenti o acquisiscono rapida resistenza al trattamento con inibitori dei checkpoint immunitari.
  • La maggior comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base della resistenza al trattamento hanno aperto nuove prospettive terapeutiche.


Referenze

Referenze


  1. Robert C, Long GV, Brady B, et al. Nivolumab in previously untreated melanoma without BRAF mutation. N Engl J Med. 2015 Jan 22;372(4):320-30.
  2. Wieder T, Eigentler T, Brenner E, et al. Immune checkpoint blockade therapy. J Allergy Clin Immunol. 2018 Nov;142(5):1403-14.
  3. Weide B, Martens A, Hassel JC, et al. Baseline biomarkers for outcome of melanoma patients treated with pembrolizumab. Clin Cancer Res. 2016 Nov 15;22(22):5487-96.
  4. Schumacher TN, Schreiber RD. Neoantigens in cancer immunotherapy. Science. 2015 Apr 3;348(6230):69-74.
  5. Müller-Hermelink N, Braumüller H, Pichler B, et al. TNFR1 signaling and IFN-gamma signaling determine whether T cells induce tumor dormancy or promote multistage carcinogenesis. Cancer Cell. 2008 Jun;13(6):507-18.
  6. Ascierto PA, Ferrucci PF, Fisher R, et al. Dabrafenib, trametinib and pembrolizumab or placebo in BRAF-mutant melanoma. Nat Med. 2019 Jun;25(6):941-6.

Presenter disclosure information: M Röcken: None.

Medical writer: Patrick Moore, PhD

Reviewer: Martina Lambertini, MD

Local reviewers: Martina Lambertini, MD (Italian); Alain Brassard, MD (French); Jorge Moreno González, MD (Spanish); Swen Malte John, MD, PhD (German); Marcelo Arnone, MD (Portuguese)

Scientific Editor: Prof. Brigitte Dréno, MD


CLINICAL TRIALS

PSORIASI

Efficacia e sicurezza di ixekizumab in uno studio di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con il placebo nei pazienti pediatrici con psoriasi in placche moderata-severa

Presentato da: Prof. Kim A. Papp, Department of Medicine, Division of Dermatology, University of Toronto, Toronto, Canada

DERMATITE ATOPICA

Efficacia e sicurezza di baricitinib in combinazione con i corticosteroidi topici nella dermatite atopica moderata-severa: risultati di uno studio di fase 3 randomizzato, in doppio cieco, controllato con il placebo di 16 settimane (BREEZE-AD7)

Presentato da: Prof. Kristian Reich, Translational Research in Inflammatory Skin Diseases, Institute for Health Services Research in Dermatology and Nursing, University Medical Center Hamburg-Eppendorf, and Skinflammation® Center, Hamburg, Germany

PRURIGO NODULARIS

Studio di fase 2b sul nemolizumab nei pazienti con prurigo nodularis moderata-severa associata a prurito severo

Presentato da: Prof. Sonja Ständer, Department of Dermatology and Center for Chronic Pruritus (KCP), University Hospital Münster, Germany

VITILIGO

Efficacia e sicurezza di ruxolitinib in crema per il trattamento della vitiligine secondo uno studio randomizzato, in doppio cieco di 52 settimane

Presentato da: Dr. Amit G. Pandya, University of Texas Southwestern Medical Center, Dallas, TX, USA
 

TERAPIE EMERGENTI

PSORIASI

Terapie emergenti per la psoriasi

Presentato da: Prof. Michel Gilliet, Department of Dermatology, Lausanne CHUV, Switzerland

DERMATITE ATOPICA

Nuove terapie emergenti per la dermatite atopica

Presentato da: Prof. Dagmar Simon, Department of Dermatology, Inselspital, Bern University Hospital, Bern, Switzerland

ONICOMICOSI

Trattamenti emergenti per l’onicomicosi

Presentato da: Dr. Ditte Marie L. Saunte, Department of Dermatology, Institute for Clinical Medicine, Zealand University Hospital, Roskilde, Denmark
 

REVIEW & UPDATES

ACNE E ROSACEA

Isotretinoina per acne e rosacea

Presentato da: Dr. Pedro Mendes-Bastos, Dermatology Centre, Hospital CUF Descobertas, Lisbon, Portugal

ALOPECIA AREATA

Nuovi farmaci per l’alopecia areata

Presentato da: Prof. Spyridon Gkalpakiotis, Department of Dermatovenereology, Third Faculty of Medicine and University Hospital of Kralovske Vinohrady, Prague, Czech Republic.

DERMATOCHIRURGIA

Aggiornamento in dermatochirurgia

Presentato da: Prof. Eduardo Nagore, Department of Dermatology, Instituto Valenciano de Oncología, Valencia, Spain

EPIDERMOLISI BOLLOSA

Il nuovo inizio della terapia genica nell’epidermolisi bollosa

Presentato da: Prof. Leena K. Bruckner-Tuderman, University Medical Center, Albert-Ludwigs-University of Freiburg, Germany

MELANOMA

Resistenza al trattamento nel melanoma metastatico

Presentato da: Prof. Martin Röcken, Department of Dermatology, Eberhard-Karls-University Tübingen, Germany

TRATTAMENTO DELLE CICATRICI

Il futuro del trattamento medico delle cicatrici

Presentato da: Prof. Gabriella Fabbrocini, Department of Dermatology, University of Naples Federico II, Naples, Italy
 

EDUCATION FORUM

TUMORI CUTANEI NON MELANOMA

Trattamenti sistemici per i tumori cutanei non melanoma

Presentato da: Prof. Henrik F. Lorentzen, Department of Dermatology, Aarhus University Hospital, Denmark
 

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